Artemisia e le altre
La bambinaia con la Rolleiflex

La bambinaia con la Rolleiflex

Le opere di Vivian Maier sono state scoperte soltanto in tempi recenti, nel 2007, e in modo assai casuale da un giovane statunitense, figlio di un rigattiere; John Maloof, mentre cercava del materiale iconografico su Chicago, acquistò a un’asta il contenuto di un armadietto pieno di oggetti espropriati a una donna che non era in regola con il pagamento dell’affitto. In mezzo a tante cianfrusaglie, egli trovò centinaia di negativi e di rullini ancora da sviluppare.

Dopo aver stampato alcune fotografie, Maloof le pubblicò online sul sito Flickr, suscitando subito un grande interesse da parte della community. Si mise, allora, sulle tracce dell’autrice di quegli scatti: scoprì che Vivian Maier non aveva una famiglia e che aveva sempre lavorato come bambinaia; durante le pause dal lavoro, le piaceva fotografare degli scorci di vita quotidiana che incontrava per le strade di New York o di Chicago: si tratta di immagini rubate di bambini, anziani, lavoratori, persone dell’alta società, ma anche mendicanti ed emarginati; con la sua inseparabile Rolleiflex a pozzetto appesa al collo – e portata all’altezza del cuore – coglieva i suoi soggetti di sorpresa o senza che neppure se ne accorgessero, catturando le loro espressioni più autentiche.

Purtroppo, Maloof non fece in tempo a rintracciare Vivian: la donna, infatti, morì nell’aprile del 2009, ignara dell’interesse mondiale che le sue fotografie stavano suscitando.

L’incontro con la fotografa

Vivian Maier, nata a New York nel 1926, ha avuto un’infanzia tormentata; dopo la separazione dei suoi genitori, è cresciuta con la madre, spostandosi tra la Francia – terra materna – e gli Stati Uniti; in quegli anni conobbe Jeanne Bertrand, una fotografa professionista che collaborava con il Boston Globe: fu proprio lei a trasmetterle l’amore per la fotografia.

New York, New York ©Vivian Maier/Maloof Collection, Courtesy Howard Greenberg Gallery, New York.
New York, 1955 © Vivian Maier/Maloof Collection, Courtesy Howard Greenberg Gallery, New York.

Chicago, Vivian rimase per molti anni a servizio della famiglia Gensburg, che le concedette una stanza tutta per sé e, soprattutto, un bagno privato usato segretamente come camera oscura in cui sviluppare i suoi rullini. I bambini la amavano molto, nonostante i suoi modi stravaganti e il suo carattere all’apparenza scontroso: ai loro occhi assomigliava a Mary Poppins!

Nel corso degli anni, Vivian Maier lavorò per altre famiglie, portando sempre con sé il suo personale archivio fotografico al quale si aggiunsero anche filmini e scatti a colori. Quand’era ormai anziana, ebbe qualche problema finanziario che superò grazie al sostegno dei fratelli Gensburg che le erano rimasti  profondamente affezionati. Al momento della sua morte, tuttavia, nessuno avrebbe potuto immaginare l’incredibile tesoro che custodiva e che rischiava di rimanere per sempre chiuso in un armadietto venduto all’asta…

Vivian Maier tra mostre e libri

Autoritratto, Chicago, 1955 © Vivian Maier/Maloof Collection, Courtesy Howard Greenberg Gallery, New York.

Dal momento della sua scoperta, John Maloof ha svolto un’intensa attività di divulgazione dell’opera di Vivian Maier, organizzando esposizioni in tutto il mondo; anche in Italia ce ne sono state diverse, tra Genova e Bologna, Pavia e Nuoro, Roma e Torino. Attualmente è in corso a Palazzo Sarcinelli di Conegliano la mostra Vivian Maier. Shadows and Mirrors che esplora in particolare il tema dell’autoritratto: attraverso i suoi scatti, Vivian trasporta il pubblico per le strade delle metropoli americane, dove i continui giochi di riflessi mostrano la presenza-assenza dell’artista che, con i suoi self-portrait, dialoga silenziosamente con il mondo che la circonda.

Tra le tante pubblicazioni ispirate a Vivian Maier, per i lettori più giovani c’è un piccolo gioiello che fonde illustrazione e narrazione: Lei-Vivian Maier di Cinzia Ghigliano (Orecchio acerbo, 2017); per gli amanti dei romanzi storici, invece, merita attenzione Dai tuoi occhi solamente di Francesca Diotallevi (Neri Pozza, 2018).

SPUNTI DIDATTICI

RACCONTARE UNA STORIA

Far scegliere agli alunni una fotografia di Vivian Maier a piacere chiedendo di provare a darle voce, scrivendo un breve racconto ispirato ai personaggi o ai luoghi immortalati.

ASPIRANTI FOTOGRAFI

Ispirandosi allo stile di Vivian Maier, far scattare con lo smartphone delle fotografie in giro per la città oppure far fare dei selfie, specchiandosi nelle vetrine di un negozio o su altre superficie riflettenti.

Immagine in apertura: Autoritratto, New York, 10 settembre, 1955 © Vivian Maier/Maloof Collection, Courtesy Howard Greenberg Gallery, New York.

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