Queste tre citazioni bastano a dare un’idea di quanto il cosiddetto “ritratto di Beatrice Cenci” fosse oggetto di venerazione nell’Ottocento, considerato dai più grandi scrittori e poeti uno dei migliori dipinti al mondo.
Allora il ritratto era attribuito a Guido Reni (il quale, secondo la leggenda romantica, avrebbe dipinto la fanciulla il giorno prima della sua condanna a morte). Oggi la critica è per lo più concorde nell’attribuire questo dipinto a una pittrice bolognese del Seicento: Ginevra Cantofoli. Se ciò fosse vero, difficilmente si può pensare a quadri altrettanto famosi dipinti da artisti tanto poco conosciuti.
Ginevra Cantofoli nacque a Bologna nel 1618. Contrariamente a quasi tutte le altre pittrici dell’epoca, non crebbe in una famiglia di artisti; la sua naturale attitudine alla pittura poté tuttavia trovare terreno fertile grazie a questa fortunata congiuntura: proprio a Bologna, verso la metà del secolo, venne fondata da Elisabetta Sirani, pittrice di grande talento, figlia d’arte e allieva di Guido Reni, un’accademia di disegno aperta alle donne. Sotto la guida della più giovane Elisabetta e del padre di lei, Andrea, Ginevra apprese in tarda età le tecniche della pittura, divenendo presto un’esponente della scuola bolognese. Sopravvissuta alla sua maestra, prematuramente scomparsa nel 1665, continuò a dipingere fino alla sua morte, avvenuta nel 1672.
Molte opere di Cantofoli sono andate perdute, ma fra quelle rimaste sono frequenti i soggetti femminili tipici della pittura di quel periodo (Cleopatra, Porzia, Beatrice ecc.), caratterizzati da visi ovali col mento sfuggente, e gli occhi dolci, piccoli e impenetrabili: non fa eccezione questo splendido dipinto, noto nella tradizione letteraria come il ritratto della famosa Beatrice Cenci, ma il cui vero soggetto è probabilmente una Sibilla, oppure una giovane non identificata.
SPUNTI DIDATTICI
ALLENARE L’OCCHIO DEL CRITICO
Si chieda ad alunne e alunni di cercare in rete diversi quadri di Guido Reni, di Ginevra Cantofoli e di Elisabetta Sirani, e di confrontarli attentamente con il ritratto di Beatrice Cenci. A quale fra questi tre autori sono propensi ad attribuire il quadro? Per quali motivi? Quali dettagli o caratteristiche stilistiche di questi artisti (si faccia caso, per esempio, alla maniera in cui sono dipinti gli occhi o i capelli dei personaggi) possono far ricondurre l’attribuzione del ritratto a uno o a un altro? Si prenda l’occasione per fare una discussione con l’intero gruppo classe.
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