Giotto, Giudizio universale, 1306
Dante Alighieri non è stato soltanto il padre della lingua e della letteratura italiana. La sua fama e la sua figura si riverberano anche nel campo delle arti figurative.
L’importanza e la fama del poeta Dante Alighieri (Firenze, 1265-Ravenna, 1321) non si limitano all’ambito della letteratura. Gli studiosi e gli appassionati hanno ritrovato nei suoi scritti riferimenti alla storia, all’attualità politica e religiosa del suo tempo individuando, in questa figura capitale per la storia culturale italiana, un pioniere e un punto di riferimento. Non a caso, egli è detto “sommo poeta” e la sua opera è stata definita “divina”. Naturalmente sono innumerevoli i riferimenti all’immaginario dantesco e alla figura di Danteanche nel panorama delle arti figurative: egli compare ritratto in virtù della sua autorità morale e culturale e le sue opere hanno ispirato delle raffigurazioni del regno dell’aldilà avviando la straordinaria fortuna iconografica di questo scrittore.
La descrizione che ha ispirato i suoi ritrattisti risale a Giovanni Boccaccio. L’autore del Decameron, lo descrive nel Trattatello in laude di Dante:
«Fu il nostro poeta di mediocre statura, ed ebbe il volto lungo, e il naso aquilino, le mascelle grandi, e il labro di sotto proteso tanto, che alquanto quel di sopra avanzava; nelle spalle alquanto curvo, e gli occhi anzi grossi che piccoli, e il color bruno, e i capelli e la barba crespi e neri, e sempre malinconico e pensoso».
Le parole di Giovanni Boccaccio sono servite da guida per i pittori che hanno scelto di effigiare il poeta e ci hanno tramandato l’immagine delle sue fattezze. Il ritratto vestito di rosso, con la testa incoronata di alloro, simbolo della gloria poetica, e il naso ben pronunciato è entrata nell’immaginario collettivo, ma quali sono stati gli artisti che hanno costruito l’immagine visuale di Dante? Il ritratto più antico di Dante Alighieri è opera di un artista suo contemporaneo. All’inizio del 1300, Giotto di Bondone ha ritratto lo scrittore nella cappella della Maddalena nel palazzo del Bargello. Egli riprende la fisionomia descritta da Boccaccio e introduce la veste rossa. Evidentemente Dante era già una celebrità cittadina se il pittore ha deciso di rappresentarlo nella cappella del podestà. Esso è stato scoperto soltanto nell’Ottocento dopo un’attenta lettura della biografia di Giorgio Vasari. Dante, è riconoscibile tra tutti i personaggi che compongono questa scena dell’Inferno, proprio per il suo abbigliamento e perché ha un libro in mano.
In pieno Umanesimo, nel ritratto (conservato presso la Fondazione M. Bodmer, a Colonia) realizzato da Sandro Botticelli, la fama poetica di Dante è conclamata e infatti compare con la testa coronata di alloro. L’ispirazione fisiognomica deriva sempre dal precedente giottesco ma l’elemento di novità consiste nel consolidamento della sua figura di poeta. Il pittore ha collaborato anche alla creazione del primo commento illustrato della Divina Commedia fornendo un centinaio di disegni (ne sono giunti a noi soltanto 92 conservati tra Roma e Berlino).
Questo ritratto di Dante fortemente idealizzato rientra nella costruzione del mito della città di Firenze e della sua superiorità culturale dovuta anche al ruolo fondativo, in ambito linguistico e letterario, riconosciuto alle “tre corone”, Dante Alighieri, Francesco Petrarca e Giovanni Boccaccio.
Nel Novecento, la figura dantesca perde la sua corporeità e nelle xilografie di Salvador Dalì dedicate alla Divina Commedia,egli è rappresentato come pura anima. L’artista ha realizzato cento acquerelli per illustrare il poema dantesco in occasione del settimo centenario della nascita del poeta.
Proprio quest’anno ricorre il settimo centenario della morte (1321-2021) di Dante Alighieri e tante sono le manifestazioni culturali, che nonostante le restrizioni imposte dalla pandemia, intendono celebrare questa ricorrenza. Tra le più divertenti la visita virtuale del Museo Casa di Dante.
L’edificio che sorge nei pressi della Torre del Castagno, ospita la casa dove sarebbe nato Dante e dei cimeli riconducibili al sommo poeta.