Numerose sono le immagini di Alessandro Magno giunte fino a noi, soprattutto sculture, ma anche ritratti su monete e gioielli, mosaici e affreschi, realizzati sia prima che dopo la sua morte (323 a.C.).
Molti di questi rappresentano il sovrano in forme idealizzate o divinizzato, ma alcune opere mostrano un volto dell’imbattibile condottiero che non ci si aspetterebbe: un giovane uomo dall’aria riflessiva e dai grandi occhi, che le fonti ci ricordano erano di colore diverso. Così ci appare il sovrano macedone nell’affresco scoperto di recente da due studiosi italiani (Filippo Coarelli ed Eugenio Lo Sardo) in una villa romana di Pompei.
O anche nella testa in terracotta trovata qualche tempo fa a Karanis (in Egitto), o in quella in avorio ritrovata nella tomba reale di Verghina, sulla quale rimangono anche tracce di colore. Oppure in una copia romana del II secolo d.C. (da originale greco del IV secolo) conservata al Museo Barracco di Roma.
A un’attenta osservazione non possono sfuggire il particolare della bocca mollemente socchiusa (che fa pensare più alla volontà di sedurre che di combattere), i capelli spesso disordinati e la torsione a sinistra del collo…
Il professor Ernesto L. Francalanci è l’autore del corso dell’Arte