Hic sunt Mysteria. La 23esima Esposizione Internazionale di Triennale Milano

Hic sunt Mysteria. La 23esima Esposizione Internazionale di Triennale  Milano

Piezo-Acoustic Backscatter/MIT Media Lab

Chi siamo? Da dove veniamo? Sono le grandi domande che l’Uomo da quando ha memoria di calcare la Terra – e di guardare al Cielo – si chiede. E che una particolare categoria di persone, gli Insegnanti, si trova poste ogni giorno dai propri studenti attraverso il neutro e spesso troppo “algido” filtro di uno schermo di computer, durante le difficili ore della Didattica A Distanza: docenti tesi tra la necessità di rispondere ad esigenze di apprendimento, e il bisogno, incolmabile, celato o gridato, dei loro studenti di essere accompagnati in un percorso di crescita, consapevolezza, responsabilità, e nell’ultimo periodo, di resilienza.

Fragilità, mistero, attesa: termini che abbiamo sentito dire, letto e analizzato ogni giorno, da un anno a questa parte. E se gli insegnanti quotidianamente hanno provato a volgerli in forme, immagini, percorsi e progetti, non da meno sta facendo Triennale Milano, che dal 4 marzo 2020, pochi giorni dopo l’annuncio dell’arrivo del Covid-19 in Italia, ha iniziato a parlare di “Unknown Unknowns”: ovvero, di ciò che non sappiamo di non sapere.

Anziché evidenziare le (pochissime, sempre meno) certezze che ci accorgevamo di raggranellare tra notizie e numeri, tabelle e diagrammi di contagi, Stefano Boeri, l’architetto che ha saputo costruire case con boschi verticali, nonché il Presidente di Triennale Milano, ha deciso di lavorare proprio sull’enorme mistero che dal cielo alla terra, dalla natura allo spirito predomina sul conosciuto. E di trasformarlo, anche, nel tema espositivo della prossima Triennale, che aprirà nel maggio 2022.

Se il titolo sarà, appunto, “Unknown Unknowns”, il sottotitolo, per essere ancora più espliciti, suonerà: “An Introduction to Mysteries”: una introduzione ai misteri. A ciò che non sappiamo, a ciò che non vediamo, a ciò che ci avvolge e ci spinge ogni giorno a cercare – risposte, o nuove domande – possiamo solo rivolgerci immaginando, in punta di piedi e con gli occhi socchiusi.

Una introduzione all’ignoto, la prossima Esposizione Internazionale, che in anteprima assoluta l’Architetto Boeri racconterà il prossimo giovedì 11 febbraio, alle ore 17, al pubblico di docenti della scuola secondaria di secondo grado: con la generosità di chi vuole, proprio con gli insegnanti, non tanto condividere un percorso espositivo, multidisciplinare e sfaccettato, che si estende dall’astrofisica alla filosofia, dall’oceanografia alla musica contemporanea, e naturalmente non può dimenticare le arti visive e il design, l’architettura e l’urbanistica – ma che in primo luogo vuole chiedere proprio agli insegnanti di pensare assieme al futuro, tra visioni e prospettive, problemi e domande.

Moon Village, SOM Architects

Perché se è vero che del cielo sappiamo il 5%, come del nostro cervello, è allora vero che c’è ancora tanto da dire, e da fare: per stare meglio, anche, in una ritrovata armonia con la natura e i popoli, le culture e i linguaggi. Per questo, la prossima Triennale darà ampio spazio anche all’Africa, quella terra così sconosciuta che in un tempo leggendario veniva descritta con la perifrasi “hic sunt leones”.

Oggi esploriamo noi stessi, la nostra storia futura, attraverso un presente dove la natura ci ha dimostrato che non possiamo considerarla distante, governabile, lontana da noi: ce lo ha – drammaticamente – dimostrato un virus, che di corpo in corpo ha sconvolto tutte le nostre vite: dall’Africa all’Italia, dalla Russia agli USA. Nessuno escluso.

Di questa natura, madre enorme e inarrestabile, della quale siamo stati figli poco grati – o degni – ne aveva parato la Triennale precedente, la 22esima: “Broken Nature. Design Takes on Human Survival”, così si intitolava. Allora, si partiva dalla frattura tra uomo e natura per ricucire e ripensare la relazione più viscerale e conflittuale a noi conosciuta.

Oggi, con “Unknown Unknowns”, la 23esima Triennale ci dice che dobbiamo partire ancora più indietro, ancora prima: quando nulla è conosciuto, e un grande mistero ci attende e sorprende, diventando fonte di nuove scoperte e potenziali innovazioni.

DaYsO, Unsplash

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