
Autoritratto realizzato da un’alunna durante un laboratorio scolastico
Lavorare sull’autoritratto in classe non è semplice: gli alunni e le alunne che sentono di non possedere grandi abilità illustrative iniziano il progetto già scoraggiati!
Al di là delle personali competenze e inclinazioni sul disegno, raffigurare se stessi è un atto creativo estremamente intimo, che può dare ai nostri studenti grande soddisfazione, dove si proietta la volontà di comunicare l’espressione in cui ci riconosciamo ogni giorno e ci presentiamo al mondo, grazie anche agli abiti che indossiamo o vorremmo indossare e i colori che ci fanno stare meglio.
È per questo che per i nostri alunni, che si troveranno presto ad affrontare dubbi e questioni sulla propria identità, è interessante lavorare sul proprio ritratto. In tal modo ci si concede una riflessione profonda sulla propria identità, sul come ci percepiamo o vorremmo essere percepiti nella nostra interezza, non solo attraverso il nostro aspetto fisico, ma anche grazie alle caratteristiche che ci contraddistinguono: i colori, le forme, gli oggetti che ci rappresentano o un’immagine che non corrisponde appieno, ma che più di tutte esprime la nostra sensibilità.
La mostra a Palazzo Reale
Leonor Fini è un’artista italo-argentina che ha fatto della sua persona un campo di sperimentazione di identità e caratteri, attraverso il travestimento e la rappresentazione del sé, in autoritratti sempre differenti. Presso il Palazzo Reale di Milano è stata da poco inaugurata la mostra personale a lei dedicata dal titolo “Io sono LEONOR FINI”.
Il titolo evoca subito la forza soggettiva dell’artista e una volontà di autodeterminazione che nel percorso della mostra si traduce attraverso i molteplici alter ego che mette in scena in quasi tutti i suoi quadri: molte tele contengono personaggi femminili emblematici che hanno le sembianze della Fini. Ma Leonor compare nelle sue opere sempre diversa, cangiante, dalle mille sfaccettature.
Leonor, infatti, ha utilizzato l’autoritratto per rappresentare le sue molteplici identità in differenti contesti, suggerendo agli spettatori una natura mutevole e complessa e un carattere inquieto.
Nata a Buenos Aires nel 1907, Leonor ha coltivato fin da piccola l’arte del travestimento. Dopo la tormentata separazione dei genitori, la piccola Leonor e la madre scappano a Trieste, città natale materna, dove la mamma cercherà di nasconderla agli occhi e alle attenzioni del padre che avrebbe voluto ricondurla con sé in Argentina, vestendola talvolta da ragazzino per celare la sua identità.
Per approfondire la ricerca artistica di Leonor Fini dedicata al travestimento, si rimanda all’articolo pubblicato sul blog Malarte.
Nell’ambiente triestino, Leonor entrerà in contatto con i più grandi intellettuali dell’epoca e verrà iniziata a una scena artistica di respiro internazionale.
Accanto ai quadri, la mostra di Palazzo Reale presenta diverse fotografie d’artista della piccola Leonor travestita che la ritraggono in pose e abiti differenti, con cappelli dalle fogge particolari e curiose.
Nella ricerca artistica di Leonor il travestimento diviene una pratica centrale poiché durante la sua vita l’artista non ha mai smesso di reinventarsi, calandosi in ruoli differenti e immaginandosi sempre diversa, assecondando la sua inclinazione a non aderire mai fino in fondo agli stereotipi dell’epoca e all’immagine che il mondo dell’arte, popolato da artisti maschi, associava alle donne.
Per approfondire il pensiero di Leonor Fini e la tematica del capovolgimento dei ruoli di genere portata avanti dall’artista, si rimanda all’articolo pubblicato sul blog Malarte.
Leonor amava partecipare ai balli in maschera per sfoggiare i suoi magnifici travestimenti ed era tanto ammirata da divenire una vera e propria icona contemporanea. La stilista Elsa Schiaparelli le lascia indossare i vestiti da lei creati sfruttando l’immagine glamour della Fini per pubblicizzare le sue creazioni.
I miei dipinti non interpretano né il mio sviluppo conscio né le mie esperienze; piuttosto, ‘smascherano’ un essere dentro di me.
Leonor Fini
Il percorso museale chiude con un’opera di impatto, Autoritratto con cappello rosso, un olio su tela del 1968 dove l’artista si ritrae con un enorme cappello che si staglia netto sullo sfondo azzurro. La pelle è diafana e in forte contrasto con il nero dei capelli; l’abito si distingue a malapena dall’incarnato. In questo ritratto si raffigura con semplicità mantenendo le peculiarità che da sempre la contraddistinguono: lo sguardo penetrante, i cappelli vistosi e i capelli corvini. Leonor si ritrae con i tratti essenziali che sono divenuti simboli del suo personaggio pubblico.
Ma già nella sala precedente il titolo della mostra si declina in un invito allo spettatore: sulla parete, tra le fotografie della Fini, sono allestiti specchi di diverso formato distinti da parole differenti in cui i visitatori possono fotografarsi e giocare con la propria identità attraverso aggettivi che invitano alla non conformità come #anticonformista, #rivoluzionaria, #enigmatica, #poliedrica, #inafferrabile.
Per un approfondimento sull’esposizione Io sono Leonor Fini attualmente in corso a Palazzo Reale di Milano, si rimanda all’articolo pubblicato sul blog Finestre sull’Arte.
Raccontare la vita e l’arte di Leonor Fini a scuola
Raccontare ai nostri alunni la storia e il percorso artistico di Leonor Fini ci offre la possibilità di immaginare e riflettere sugli oggetti e le caratteristiche che ci identificano nel profondo, ragionando su come l’identità non sia qualcosa di stabilito una volta per sempre, ma cambia e cresce come ognuno di noi.
L’identità è come un’impronta digitale: è ciò che ti rende unico e diverso da tutti gli altri. È un viaggio alla scoperta di te stesso, che dura tutta la vita.
LABORATORIO
Il laboratorio che proponiamo si compone di due fasi: una visiva e una testuale.
Gli alunni verranno guidati verso la realizzazione di un’opera ispirata all’autoritratto della Fini utilizzando la tecnica del collage e del disegno.
Nella prima fase – la visiva – si sceglie l’immagine di sé da ritrarre. Prima di selezionare la fotografia da cui prendere spunto, ciascuno studente dovrà individuare l’immagine di sé che vuole trasmettere.
Per facilitare il compito ai nostri alunni e alle nostre alunne, il docente guiderà una riflessione attraverso un brainstorming dedicato agli aggettivi che possono descrivere la personalità di ognuno: solare, divertente, testardo, allegro, timido, creativo, altruista.

Per far sì che ognuno possa progettare al meglio il proprio autoritratto, possiamo guidare il percorso di riflessione ponendo alla classe alcune semplici domande come:
- Quali sono le tue passioni e i tuoi hobby?
- Che emozioni ti capita di provare più spesso?
- Cosa ti piace indossare? Perché?
- C’è un oggetto da cui non vorresti mai separarti?
- Scegli una maschera che ti piacerebbe indossare. Perché?
Nella seconda fase – la testuale – si chiederà loro di scrivere una piccola didascalia dove ognuno descriverà il personaggio ritratto e il perché di determinate scelte.
Gli alunni potranno ritrarsi immaginando un abito particolare, fantasioso e insolito, che possa rispecchiare la loro personalità.
Gli obiettivi
- Approfondire l’analisi dell’opera Autoritratto con cappello rosso di Leonor Fini, concentrandosi sul concetto di maschera.
Per visualizzare l’opera Autoritratto con cappello rosso si rimanda al link del Palazzo Reale di Milano. - Esplorare il tema dell’identità e della sua molteplicità, attraverso la creazione di un autoritratto che rappresenti un aspetto nascosto o immaginario di sé.
- Sperimentare diverse tecniche artistiche, combinando collage e disegno.
Materiali
- Riproduzione dell’opera Autoritratto con cappello rosso di Leonor Fini che può essere mostrata in classe sulla LIM
- Cartoncini di vari colori e formati.
- Pennarelli, matite colorate.
- Forbici, colla
Avvio del laboratorio
La fase visiva
L’autoritratto di Leonor Fini è stato realizzato utilizzando colori primari e saturi in modo da creare un forte contrasto. È bene suggerire alla classe di scegliere uno sfondo dal colore deciso su cui far risaltare la propria figura. Si può ragionare sulla forza espressiva dei colori complementari, dei colori meno o più accesi.
Svolgimento
- Chiedere agli alunni di stampare su carta una foto che prenderanno a modello per il loro autoritratto. La foto dovrà essere stampata su foglio A4. Nella foto la figura dovrà essere di profilo o di tre quarti, evitando le fotografie frontali.
- In classe scegliere un cartoncino colorato e disegnare la sagoma dell’immagine fotografica a mezzo busto disegnando gli occhi, il naso, la bocca e i capelli. In alternativa l’alunno può disegnare la sagoma su un foglio A4 bianco per ottenere un effetto visivo più forte.
- Dopo aver terminato di tracciare il proprio profilo, ritagliare la sagoma disegnata. Disegnare e colorare l’abito che si desidera indossare: può essere una maglia a righe o un vestito a fiori, o ancora la propria t-shirt preferita da realizzare con il collage di cartoncini colorati o decorarla con l’aiuto di stencil.
- Scegliere un cartoncino A4 colorato da utilizzare come sfondo dell’autoritratto.
- Scegliere un cartoncino di un colore differente per disegnare un grande cappello lasciandosi ispirare da immagini sul web o da oggetti presenti in classe. Il cappello, elemento centrale dell’opera di Fini, può essere reinterpretato in modo creativo, diventando una maschera, un copricapo fantastico o un elemento simbolico. Ritagliare le forme disegnate.
- Incollare sul cartoncino dello sfondo la sagoma dell’alunno sovrapponendo l’abito e infine il cappello, procurando un piccolo taglio con la punta delle forbici affinché il cappello si possa incastrare con la testa dell’alunno o dell’alunna raffigurata.
La fase testuale
Ogni alunno potrà completare il lavoro scrivendo una didascalia a corredo dell’autoritratto. La didascalia dovrà essere lunga non più di 10 righe e può rispondere alle seguenti domande:
- Perché ho scelto questi colori a rappresentarmi?
- Cosa significa per me indossare il mio vestito preferito? Mi fa sentire a mio agio?
- Cosa dice di me questo autoritratto?
In alternativa, la fase testuale può essere rappresentata da almeno tag con aggettivi attraverso cui gli alunni vorranno definire la propria personalità.
Alla fine del laboratorio si potranno allestire gli autoritratti all’interno della classe creando una piccola esposizione dove ciascuno presenterà ai compagni la propria opera. Mettere a confronto gli autoritratti e le motivazioni che hanno portato alla loro realizzazione sarà un ottimo modo per concludere il percorso riflessivo sulle proprie identità, imparando a riconoscersi sotto altre forme e aspetti.

Martina Lolli è una delle docenti che hanno collaborato alla didattica del nuovo corso di arte e immagine Incontro con l’arte.
Guarda la presentazione del nuovo corso Incontro con l’arte.