Assemblare diversità - ovvero un mosaico di pace

Assemblare diversità - ovvero un mosaico di pace

Antoni Gaudí, Parc Güell, Barcellona, 1926.

Nelle classi della scuola secondaria di I grado molte alunne e alunni possiedono un concetto di bellezza stereotipata che viene dalle rappresentazioni veicolate dai social e non da ultimo dalle immagini create dall’AI.
Oggi sono numerosi i lavori di artisti e artiste che affrontano questo tema e possono essere sfruttati per sensibilizzare gli alunni con progetti mirati all’inclusione e all’accettazione del proprio aspetto fisico.

La tecnica del mosaico

In greco µουσαικόν (musaikòn) significa “opera paziente degna delle Muse” mentre in latino l’ opus musivum  era il rivestimento utilizzato sui muri delle grotte che costruivano nei giardini delle loro ville decorate con sassi e conchiglie e dedicate alle Muse.

Per un approfondimento sulla tecnica del mosaico si rimanda alle pagine dedicate nel Vol. B del nuovo corso Incontro con l’arte.

Nel Vol. B è inoltre disponibile un video tutorial sulla tecnica del mosaico.

Ma già negli anni Sessanta un’artista chiamata Niki de Saint Phalle lavora, precorrendo i tempi, sul concetto di “Body positivity”, inteso come la volontà di opporsi alla derisione dei corpi (body shaming) che non rispondono  ai modelli imposti dal consumismo e l’accettazione “positiva” di ogni forma, dimensione  o aspetto fisico.

Con le sue sculture “Nanas” (ragazze), Niki de Saint Phalle crea visioni gioiose fatte di forme colorate e morbide che sembrano nascere da una dimensione onirica e fiabesca.
Si colgono subito i riferimenti ai grandi artisti del passato, dai mosaici dell’Alto Medioevo a quelli più moderni dello spagnolo Antoni Gaudí che ha ispirato l’artista nell’utilizzo di materiali d’incastro di diverse forme.

La modalità di recupero e riciclo di piastrelle di diversa natura e forma assemblate con specchi e vetri colorati ricorda il Parc Güell e alcuni scorci di Barcellona che hanno preso vita grazie all’architetto catalano.

Niki de Saint Phalle recupera e utilizza anche molti sassi di fiume, dalla forma tondeggiante e di piccole dimensioni che, inglobati nel ricoprire una superficie scultorea, ricordano le grotte barocche a ciottoli e danno un sapore autentico e ordinato alla composizione finale.

Antoni Gaudí

L’approfondimento sull’artista è tratto dal Vol. A del nuovo corso di arte e immagine Incontro con l’arte.

ARTE COME RIBELLIONE SOCIALE

La ricerca artistica della Saint Phalle è il ritratto di una donna moderna e anticonformista che tocca varie tematiche di grande attualità. Nell’esprimere con irriverenza la sua grande voglia di ribellione sociale contro la violenza e il potere, si fa promotrice di una nuova figura femminile: la donna non è più relegata ad un ruolo tradizionale e conservatore, ma è una figura forte e possente che rivendica i suoi diritti.

È possibile sfidare gli stereotipi di genere con delle opere d’arte?

Niki De Saint Phalle, L’Ange protecteur, serie “Nanas”, padiglione della stazione centrale di Zurigo, 1974.

Sembrerebbe di sì: le sue Nanas, con le loro forme sinuose e policrome, sono una rivisitazione in chiave pop dell’antico concetto di Grande Madre, una dea dalle forme giunoniche che dal Paleolitico all’età del ferro è simbolo di vita e fertilità, protezione e nutrimento.

Per approfondire il tema sulla parità di genere in relazione all’obiettivo 5 dell’Agenda 2030, si rimanda alle pagine del Vol. C del nuovo corso Incontro con l’arte.

Il culto della Grande Madre si affievolirà, fino a scomparire, nell’età antica, con l’affermarsi delle religioni patriarcali, ma riprende vigore nel periodo contemporaneo quando molte artiste si troveranno a sfatare i miti sul femminile nati in seno alla società.

La tematica proposta è particolarmente cara ai nostri studenti adolescenti che vivono un periodo di scoperta e di nuova conoscenza del loro corpo in continuo e veloce cambiamento.

Arte che genera arte

Cari docenti, artisti o amanti dell’arte, vi è mai capitato di percepire una spinta creativa dopo aver visitato un’esposizione con delle opere particolarmente coinvolgenti? 
La potenza creativa delle opere di Niki de Saint Phalle, realizzate in ceramica, specchio e vetro colorato, suscita nell’osservatore un interesse particolare perché sembra risvegliare quella parte diretta e gioiosa insita in ognuno di noi e legata al mondo magico dell’infanzia.

ESPERIENZE DAL LABORATORIO DIDATTICO SUL MOSAICO

Con un gruppo di studenti della scuola secondaria di I grado abbiamo replicato questa tecnica per decorare una parete esterna del muro dell’edificio scolastico nel quale insegnavo. La realizzazione corale del mosaico ha richiesto un coordinamento non solo nelle fasi di lavoro e nella gestione dei gruppi, ma anche nel far comprendere ai ragazzi che avremmo raggiunto l’obiettivo solo con la collaborazione di tutti.

L’opera è stata documentata da video che raccontano le fasi di realizzazione e il lungo e faticoso lavoro che può essere concretizzato dalla sinergia di intenti.

1. LA PROGETTAZIONE

Come prima fase, dopo aver individuato il muro adeguato e preso le misure, i ragazzi hanno proposto delle tematiche legate al messaggio che volevano comunicare nel mosaico e – in seguito alla definizione di queste – hanno realizzato un progetto su carta associando una frase significativa che parlasse di pace e inclusività.
Le dimensioni dell’elaborato finale hanno permesso la separazione in zone di lavoro e quindi in piccoli gruppi che si sono formati agilmente e per affinità. Ogni team formato da 3 o 4 alunni, si è occupato di curare e disegnare in scala 1:1 su una porzione di rete la parte del disegno a loro assegnata che doveva coincidere con i gruppi confinanti.

2. LA RACCOLTA DEI MATERIALI

La scelta di utilizzare materiale riciclato è stata determinante affinché il lavoro fosse un esempio concreto di buona pratica sulla linea delle indicazioni per l’Agenda 2030.
Dopo una campagna di sensibilizzazione rivolta alle famiglie degli studenti della scuola e al territorio, sono stati recuperati materiali di scarto come piastrelle, ceramiche rotte e oggetti vari. Un genitore ha portato a scuola un sacco pieno di vecchie lenti di occhiali ormai non più utilizzabili; un altro ha donato delle cialde del caffè di alluminio usate e svuotate. Una volta ordinati i materiali per tipologia e per colore, eravamo pronti ad iniziare la fase di assemblaggio.

3. LA REALIZZAZIONE DEL MOSAICO

La realizzazione della scritta inserita nel mosaico è stata fatta in creta modellata, cotta e dipinta in classe. Il supporto di rete ha permesso di proseguire il lavoro in laboratorio anche durante i mesi invernali, inoltre ha facilitato i ragazzi che così hanno potuto lavorare su una superficie orizzontale. La fase di creazione del mosaico, la scelta del pezzo della giusta dimensione, forma e colore, il perfetto incastro di ogni frammento è la fase che richiede la pazienza citata dagli antichi greci, quella del µουσαικόν (musaikòn).

4. L’ASSEMBLAGGIO DELLE PARTI DEL MOSAICO SUL MURO

Completati i mosaici su rete, i pezzi sono stati incollati al muro ricomponendo il disegno come un grande puzzle. Con l’utilizzo di spugne è stato distribuito del cemento colorato nelle fughe dei frammenti di piastrelle per colmare gli spazi vuoti. Infine sono state ripulite dal cemento e lucidate le tessere incollate al muro.


L’istituto scolastico ha voluto dedicare una piccola cerimonia di inaugurazione a fine anno per sottolineare il valore dell’opera realizzata per il bene comune, in questo caso la comunità scolastica.

Cecilia Cosulich è una delle docenti che hanno collaborato alla didattica del nuovo corso di arte e immagine Incontro con l’arte e di altri manuali di successo come Giotto.

Guarda la presentazione del nuovo corso Incontro con l’arte.

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