Su Nuraxi a Barumini e la civiltà nuragica. Uno sguardo sul futuro

Su Nuraxi a Barumini e la civiltà nuragica. Uno sguardo sul futuro

Con 100.000 visitatori nel 2019, frutto di politiche culturali moderne e coraggiose, il sito archeologico di Barumini si sta rivelando uno straordinario ambasciatore della cultura sarda nel mondo. Tanto che molto presto nella Lista dei Patrimoni dell’Umanità Unesco potrebbero essere incluse altre testimonianze della cultura nuragica.

Prima che la pandemia da coronavirus rivoluzionasse la vita di tutti, costringendo musei e siti archeologici a rallentare o interrompere ogni attività aperta al pubblico, il complesso nuragico di Su Nuraxi a Barumini stava attraversando uno dei momenti più felici della sua “seconda vita”: quella da Patrimonio dell’Umanità Unesco, iniziata nel 1997 e caratterizzata negli ultimi anni da un aumento costante di visitatori, arrivati nel 2019 a quota 100.000. Merito del fascino millenario della civiltà nuragica, con i suoi misteriosi re, guerrieri e pastori, ma anche di un’offerta culturale e didattica sempre più ricca e coinvolgente, capace di mettere a sistema i resti archeologici, il museo allestito nell’antica residenza dei baroni Zapata e il vicino Centro “Giovanni Lilliu” di comunicazione e promozione del patrimonio culturale.

Il successo di Su Nuraxi, sancito dalla partecipazione del sito archeologico all’ultima edizione “in presenza” del World Tourism Event,il salone mondiale del turismo riservato a città e siti UNESCO, è stato favorito anche da un uso intelligente delle tecnologie più moderne.
A Barumini, infatti, si è capito che la rilevanza culturale del sito, per quanto alta, non può essere l’unico aspetto su cui si puntare, in un mondo sempre più complesso, globalizzato, competitivo.

Museo archeologico nazionale di Cagliari (Sardegna).
Statuette bronzee dal monte Arcosu.
Nuraghe di Su Nuraxi. Veduta aerea del complesso.

E così la Fondazione Barumini Sistema Cultura – nata per tutelare e promuovere i beni culturali presenti nel territorio del comune – ha investito nell’iniziativa Nuhar 3D: dal taccuino alla realtà virtuale, che oggi permette di “esplorare” Su Nuraxi tramite rappresentazioni grafiche, video e ricostruzioni digitali in 3D, compiendo un percorso virtuale e interattivo nel nuraghe così come appariva all’epoca del suo apogeo culturale. Proprio l’anno scorso Nuhar 3D è stata presentata all’estero, al Museums&Heritage Show di Londra e al SITV – Salon International du Tourisme et des Voyages di Colmar.

Insomma, su Nuraxi, monumento che esprime il mistero della notte dei tempi, si è lanciato nel futuro sposando le nuove tecnologie. Un matrimonio che ha dell’incredibile, ma che probabilmente sarebbe piaciuto a Giovanni Lilliu, il visionario e testardo archeologo, nativo di Barumini, che negli anni ’50 del secolo scorso fece emergere dalla terra questo incredibile “palazzo” preistorico.

Nuraghe di Su Nuraxi.
Il corpo centrale (mastio) del complesso.

Partendo da queste basi c’è da scommettere che Barumini riprenderà a “crescere”, quando finalmente torneremo alla normalità. Intanto, ci sono ottime probabilità che il boom di Su Nuraxi diventi un volano anche per il successo dei suoi “fratelli minori”: ossia per quell’immenso patrimonio, diffuso su tutta l’isola, di nuraghe, tombe dei giganti e altre testimonianze archeologiche risalenti alla civiltà nuragica che ha concluso l’iter per la domanda di ammissione nella Lista dei Patrimoni dell’Umanità. L’Unesco si esprimerà ufficialmente il 31 marzo. Intanto un risultato importantissimo è già stato raggiunto, e sempre all’insegna del binomio archeologia-tecnologia: grazie ai droni, alla realtà aumentata e ad altri strumenti messi a disposizione dal Crs4 (Centro di ricerca, sviluppo e studi superiori in Sardegna) e dal Dass (Distretto aerospaziale della Sardegna), il comitato promotore “Sardegna verso l’Unesco” è riuscito a mappare dettagliatamente il patrimonio archeologico sardo.

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