Disegno di una sala del museo ideale costruita in prospettiva di Carla Zaffaroni
Convinti che attraverso il fare si possa condurre la classe a una comprensione piena degli argomenti, abbiamo preso in prestito dalla scenografia il metodo della gabbia scenica per costruire uno spazio attraverso le regole della prospettiva centrale.
Creare la nostra stanza ideale: le fasi del laboratorio
Le alunne e gli alunni saranno guidati nella comprensione degli elementi principali della prospettiva attraverso l’osservazione e poi l’ideazione e la realizzazione su carta della propria stanza prospettica in cui organizzare una sala ideale ispirandosi alle sale dei musei e alle gallerie d’arte.
Progettare e allestire uno spazio diventa un modo per attivare una riflessione sull’allestimento e la fruizione degli ambienti museali di oggi attraverso i capolavori della storia dell’arte. Il tema scelto, infatti, consente di ragionare sulla percezione dello spazio e sugli spazi espositivi e sviluppa familiarità con differenti tipologie di ambienti, siano essi digitali o fisici.
L’attività presentata si può suddividere nei seguenti fasi:
- fase preliminare: osservazione di capolavori della pittura rinascimentale che, attraverso domande mirate, spinga alunni e alunne a comprendere regole costruttive e valori simbolici della prospettiva centrale nel Rinascimento;
- fase iniziale: misurazione dello spazio della classe e comprensione dei rapporti di proporzione tra oggetti e arredi scolastici all’interno dello spazio;
- fase della progettazione: disegno del progetto e allestimento della propria sala del museo ideale;
- fase conclusiva: definizione dei dettagli e colorazione dell’ambiente rappresentato.
- Autovalutazione.
Prima del laboratorio: allenarsi osservando i maestri
Diversi dipinti del Quattrocento e del Cinquecento possono essere un valido supporto per allenare la classe a comprendere le regole e gli elementi della prospettiva lineare. All’interno dell’attività proposta sull’album Giotto D, con il dipinto “Guarigione del diacono Giustiniano” del pittore Beato Angelico si chiede agli alunni di tracciare le linee prospettiche prolungando le linee che compongono i diversi oggetti presenti nella scena e che convergono verso il punto di fuga.
Prima di entrare nel vivo dell’azione vi consigliamo di mostrare in classe alcuni capolavori, e di porre alcune domande mirate per accompagnare alunni e alunne verso una più facile comprensione delle regole del disegno in prospettiva (possibilità di raffigurare su una superficie piana spazi e oggetti tridimensionali; diminuzione proporzionale di figure e oggetti dal primo piano allo sfondo ecc…); degli elementi della prospettiva (punto di vista; linea d’orizzonte; punto di fuga); ma soprattutto è importante far notare agli alunni e alle alunne come il punto di fuga cada spesso su un elemento altamente simbolico della composizione che diviene chiave di lettura del senso dell’opera.
Ecco alcuni esempi di domande:
- La città ideale: come sono rappresentati i palazzi sullo sfondo? Hanno dimensioni simili a quelli in primo piano?
- San Girolamo nello studio: quali linee devono essere prolungate per creare la gabbia prospettica?
- Lo sposalizio della Vergine: qual è secondo te l’azione più importante del quadro? Come la evidenzia l’artista?
- La pala Montefeltro: dove cade il punto di fuga nella composizione? Per quale motivo secondo te? Prova a tirare una linea passante all’altezza degli occhi dei personaggi in primo piano; cosa puoi notare?
- Vergine delle rocce: osserva come i monti in lontananza sono meno definitivi; che sensazione crea questo effetto di chiaroscuro? Grazie a quale tecnica gli elementi sullo sfondo ti sembrano più vicini o più lontani?
- L’ultima cena: dove cade il punto di fuga nella composizione? Per quale motivo secondo te?
Per fare il punto sulla prospettiva con gli alunni puoi scaricare il riassunto.
Per attivare il laboratorio in classe puoi servirti della gabbia scenica proposta.
In azione! Entrare nel vivo del laboratorio
Prendere le misure della realtà
Nella fase iniziale si può destinare parte della lezione a rendere gli alunni e le alunne consapevoli della grandezza dello spazio e degli oggetti intorno a loro. Suddividendo la classe in gruppi, suggeriamo di concedere il tempo necessario per misurare le pareti dell’aula con un metro. In alternativa è possibile misurare la lunghezza di una piastrella del pavimento con un righello e successivamente moltiplicare i centimetri ottenuti per il numero delle piastrelle di un lato della stanza. L’operazione verrà ripetuta sull’altro lato al fine di ottenere le dimensioni totali dell’ambiente. Anche gli arredi (le sedie, i banchi, la lavagna) potranno essere oggetto di studio.
È possibile così avere dei riferimenti utili per il dimensionamento di mobili e di altri arredi all’interno del quadro prospettico stabilendo la misura di un riquadro, ovvero la scala del disegno.
Un utile riferimento per comprendere misure e proporzioni è il box presente a p. 18 del volume A di Giotto.
Il progetto dell’allestimento “virtuale”
Nella fase della progettazione si può procedere con l’allestimento dello spazio virtuale servendosi dello schema prospettico della gabbia scenica: le linee orizzontali e verticali già tracciate nella gabbia aiutano alunni e alunne a realizzare il proprio spazio con maggior facilità.
Al suo interno l’alunno/a potrà inserire quadri, sculture, installazioni che conosce e che ha apprezzato nello studio della storia dell’arte, oppure opere da lui/lei stesso/a inventate; inoltre potrà collocare degli oggetti di arredo e delle figure umane rispettando le proporzioni prospettiche. Nella progettazione sono ammessi anche contesti immaginari come soffitti o pavimenti trasparenti da cui appare il cielo o altre invenzioni immaginifiche di cui alunni e lunne sono abili creatori: il budget è illimitato!
Un po’ di colore…
La fase finale riguarda la tecnica per la colorazione del disegno che può essere scelta dall’allievo/a. Suggeriamo l’uso delle matite colorate con le quali si può ottenere il chiaroscuro. Si può inoltre introdurre l’argomento della prospettiva aerea o prospettiva atmosferica suggerendo di colorare in modo più saturo o scuro gli elementi in primo piano e in modo più chiaro quelli posti sullo sfondo.
Autovalutazione
A corredo delle proposte operative dell’album Giotto D vi sono domande che guideranno l’alunno/a verso l’autovalutazione. Tale scelta rispecchia la nostra convinzione della valenza educativa e formativa che sui nostri alunni gioca la consapevolezza del proprio percorso di apprendimento. L’autovalutazione deve tenere conto non solo del risultato, ma anche dell’impegno messo nella realizzazione dell’elaborato.
Altri laboratori e spunti per la didattica in classe sono disponibili sul nuovo Album Giotto D allegato al corso di Arte e immagine Giotto.