Modello di scudo con Medusa realizzato durante un laboratorio scolastico
La tecnica dello sbalzo su metallo morbido, si rivela essere sempre ben accolta dai miei studenti; quest’anno invece di usare come modello la maschera di Agamennone, ho proposto loro di realizzare un modellino di scudo prendendo come esempio quelli realizzati nell’antica Grecia.
Al museo di Olimpia ne è esposto uno risalente alla prima metà del VI secolo a.C. che conserva perfettamente la parte decorativa cesellata in bronzo del diametro totale di 81,5 cm. Nel mozzo centrale, di 34 cm, è raffigurata la testa della Gorgone Medusa, con i tradizionali capelli di serpenti.
Dalle labbra sbalzate sporgono due zanne feroci che aumentano la mostruosità del soggetto e tre ali a forma di falce aumentano il dinamismo della composizione. È stato ritrovato vicino allo stadio di Olimpia ed è giunto fino a noi perché sepolto durante il terremoto. Aveva una funzione apotropaica (dal greco αποτρέπω, apotrépō ‘allontanare’), cioè atta ad allontanare il male o le influenze maligne.
Il terribile e affascinante mito di Medusa, bellissima e sfortunata ragazza, vittima due volte perché violata da Poseidone e punita da Atena che la trasforma in un mostro che pietrifica con lo sguardo, ci dà, inoltre, la possibilità di affrontare, nell’ambito dell’educazione alla cittadinanza, il grave problema della violenza di genere.
LABORATORIO
Materiale occorrente
- Un foglio di carta da lucido formato A4 per il progetto
- un foglio di alluminio ramato formato A4
- pennarelli indelebili
- nastro adesivo di carta
- matita
- penna
- compasso
- goniometro
- righello
- nastro adesivo
- forbice
- colla
- nastro biadesivo (ne basta uno per tutta la classe)
Sbalza il tuo scudo
- Misura il lato corto del tuo foglio di rame, dividi per due la misura (otterrai il raggio) e crea una circonferenza che lambisca i margini del foglio di metallo.
- Con la stessa apertura del compasso fai una circonferenza sul foglio di carta da lucido.
- Sul progetto dividi la circonferenza in 12 parti uguali, segnando con il goniometro 12 angoli da 30 gradi.
- Nella parte avanzata del foglio di rame traccia un’altra circonferenza di cm 3 di raggio e fai la medesima operazione sul foglio del progetto.
- In uno spicchio dei 12 che hai creato, riproduci una greca curva;
- Nella circonferenza piccola disegna il centro del tuo scudo, se la figura è simmetrica puoi disegnare solo una metà, poi piega il foglio e fai l’altra parte.
- Con il nastro adesivo fissa il foglio di carta da lucido con il progetto del cerchio piccolo sulla circonferenza di rame della stessa misura e ricalca con una penna avendo cura di appoggiare il lavoro su una superficie morbida (panno, sciarpa, asciugamano o altro).
- Stacca il foglio da lucido da quello di rame con delicatezza.
- Riporta 12 volte la tua greca sul bordo del disco grande tenendolo dalla parte argentata come hai per il cerchio piccolo.
- Accentua lo sbalzo girando il foglio di metallo e lavorando sul retro delle figure, utilizza per lo approfondire i solchi il retro tondo dei pennarelli senza premere troppo e appoggiando sempre il lavoro su un panno.
- Colora con i pennarelli indelebili alcune parti che vuoi evidenziare e i solchi.
- Ritaglia con le forbici i due cerchi.
- Sovrapponi i due cerchi e fissali con il nastro biadesivo.
Scarica qui la presentazione sullo sbalzo dello scudo di Medusa da illustrare alla classe.
Affrontare la violenza di genere attraverso il mito di Medusa
Medusa capace con il suo sguardo di pietrificare colui che la guarda, è un soggetto ricorrente nella storia dell’arte; famosissima è quella di Caravaggio che raffigura il tragico momento finale, quando le è stata mozzata la testa da Perseo. Sullo scudo di pioppo è dipinta circondata dalle chiome di serpente, grondante di sangue, ha il volto atterrito, la bocca urlante, gli occhi spalancati dalla paura e dalla sorpresa.
Pochi conoscono o ricordano gli antefatti di questa storia, Medusa era una ninfa bellissima che aveva deciso di essere una vestale della dea Atena, ma è attraente e Poseidone dio del mare la vuole per sé, così le fa violenza proprio nel tempio di Atena profanandolo.
Non viene fatta giustizia, anzi la vittima viene addirittura punita, perché rivela sugli dei una verità che, se conosciuta, trasformerebbe chiunque in pietra: i vizi degli dei è opportuno non guardarli, non parlarne.
Il racconto di questo mito, che può essere supportato dalla visione di questo video a fumetti, ci da la possibilità di affrontare argomenti legati al pesante problema della violenza di genere, contribuendo a raggiungere il quinto traguardo dell’agenda 2030.
Discussione in classe
Domande guida per un confronto sul mito di Medusa da porre agli alunni dopo la visione del video.
Queste domande si prestano ad una discussione in classe che può portare ad un confronto anche sui molti fatti di cronaca, suggeriamo l’uso del glossario per parlare proposto da Indire, per utilizzare parole in maniera corretta, lo scopo di questo confronto portare i ragazzi e le ragazze a una maggior consapevolezza e aprire uno spazio per poter esplicitare paure e sentimenti spesso complicati da esprimere e condividere.
Ad esempio:
Violenza contro le donne: Atti discriminatori contro le donne che comprendono tutti gli atti di violenza di genere che possono causare danni fisici, sessuali, psicologici o economici o la privazione arbitraria delle libertà, nella vita pubblica come in quella privata.
Confronto con i traguardi dell’agenda 2023
AGENDA 2030 – Obiettivo 5: parità di genere.
Nel settembre 2015, 193 Capi di Stato membri dell’ONU hanno approvato un piano d’azione per la salvaguardia dell’umanità e del pianeta, la cosiddetta Agenda 2030; essa prevede 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (goals), declinati in traguardi da raggiungere entro il 2030. Tra questi l’Obiettivo 5 riguarda la parità di genere
5.1: Porre fine, ovunque, a ogni forma di discriminazione nei confronti di donne e ragazze
5.2: Eliminare ogni forma di violenza nei confronti di donne e bambine, sia nella sfera privata che in quella pubblica, compreso il traffico di donne e lo sfruttamento sessuale e di ogni altro tipo
5.3: Eliminare ogni pratica abusiva come il matrimonio combinato, il fenomeno delle spose bambine e le mutilazioni genitali femminili
5.4: Riconoscere e valorizzare la cura e il lavoro domestico non retribuito, fornendo un servizio pubblico, infrastrutture e politiche di protezione sociale e la promozione di responsabilità condivise all’interno delle famiglie, conformemente agli standard nazionali
5.5: Garantire piena ed effettiva partecipazione femminile e pari opportunità di leadership ad ogni livello decisionale in ambito politico, economico e della vita pubblica
5.6: Garantire accesso universale alla salute sessuale e riproduttiva e ai diritti in ambito riproduttivo, come concordato nel Programma d’Azione della Conferenza internazionale su popolazione e sviluppo e dalla Piattaforma d’Azione di Pechino e dai documenti prodotti nelle successive conferenze
5.a: Avviare riforme per dare alle donne uguali diritti di accesso alle risorse economiche così come alla titolarità e al controllo della terra e altre forme di proprietà, ai servizi finanziari, eredità e risorse naturali, in conformità con le leggi nazionali
5.b: Rafforzare l’utilizzo di tecnologie abilitanti, in particolare le tecnologie dell’informazione e della comunicazione, per promuovere l’emancipazione della donna
5.c: Adottare e intensificare una politica sana ed una legislazione applicabile per la promozione della parità di genere e l’emancipazione di tutte le donne e bambine, a tutti i livelli
Per approfondire https://www.societaferenczi.it/post/2019/04/03/dal-mostro-interno-al-trauma-sociale-lo-scudo-di-atena
Altri laboratori e spunti per la didattica in classe sono disponibili sul nuovo Album Giotto D allegato al corso di Arte e immagine Giotto.